Quintane, Palii e Marciliane :)

Sometimes things don’t go as we planned them… so, it happened I wasn’t able to go to holiday this summer… then, I didn’t go to Ascoli Piceno and I didn’t attend to the events of Quintana. But Italy is full of historical reenactments, and often these events are documented through TV broadcasts such as Linea Verde & Co., and in this way I had the opportunity to participate to them at least in a virtual manner…

A veces las cosas no van cuando los planeamos… Entonces, sucedió, no pude ir a vacaciones este verano… entonces, no fui a Ascoli Piceno y no asistí a los eventos. de quintana. Pero Italia está llena de recreaciones históricas, y con frecuencia estos eventos se documentan a través de transmisiones de televisión como Linea Verde & Co., y de esta manera tuve la oportunidad de participar al menos de una manera virtual…

Purtroppo alla fine non sono partito per la Puglia, e quindi niente tappa ad Ascoli Piceno… e niente Quintana (scopri di più) 😦

Però, in Italia esistono moltissime associazioni culturali che organizzano rievocazioni storiche, ed è proprio grazie ad una di queste che ai tempi dell’università ho riscoperto di emozionarmi moltissimo nel vedere le rievocazioni in costume degli eventi storici medievali. Eh sì, perché è stato proprio grazie ad un amico che faceva parte della compagnia di San Giorgio del Drago che, ormai adulto, mi decisi ad assistere, in un pomeriggio del tardo mese di maggio, ad una rievocazione nello splendido scenario di Grazzano Visconti.

Un’immagine di una rievocazione storica medievale a Grazzano Visconti (PC)

Tutto però iniziò quando, da ragazzino, durante una vacanza a Siena con i miei genitori assistemmo alla preparazione della famosa Piazza del Campo per il Palio del 2 luglio in onore della Madonna di Provenzano… il Palio di Siena, da quell’anno, l’ho sempre seguito (in televisione) in tutte le sue edizioni.

Ma, tornando all’età adulta, via via che il tempo passava, ho scoperto tante e varie forme di palii e rievocazioni storiche.

Grazie agli amici desiani ho potuto scoprire il Palio degli Zoccoli, che anima Desio agli inizi del mese di giugno (coinvolgendo persino un mio amico in modo talmente diretto da partecipare lui stesso alla gara di corsa con gli zoccoli).

Per non dimenticare poi la rievocazione storica della battaglia di Legnano, che si tiene anch’essa nel mese di maggio, con tanto di mercato medievale, tornei e battaglia sul campo dietro al castello!

Ed è solo per caso che un giorno, grazie alla televisione, venni a conoscenza di un’altra Quintana, quella legata al Palio di Foligno

E chiudo questa mini-rassegna con l’ultima scoperta… la Marciliana di Chioggia e le sue gare dei balestrieri, che ho scoperto (e seguito integralmente…) per puro caso, perché trasmessa in diretta televisiva! 🙂

Il blog di quest’estate si conclude qui… ci vediamo il prossimo anno con il prossimo blog 😀

Il Re della Stampa in Cloud è Morto… Viva il Re della Stampa Open Source!!! :p – Parte III :/

Proviamo a Configurare un Server di Stampa CUPS per la Rete Locale…

To my chagrin, after many tests, I must back up that I have not been able to expose over the Internet my printer shared through CUPS… but the challenge with myself is not over yet… 🙂

Para mi disgusto, después de muchas pruebas, debo respaldar que no he podido exponer a través de Internet mi impresora compartida a través de CUPS… pero el desafío conmigo mismo aún no ha terminado… 🙂

Dopo circa 5 giorni di test, tentativi vari e gran mal di testa, devo dire un po’ con sorpresa, di aver raggiunto l’obiettivo solo a metà… 😦

La stampa da remoto attraverso Internet non sono proprio riuscito a farla funzionare, nemmeno configurando CUPS per non chiedere l’autenticazione agli utenti (come suggerito da molti tutorial)… ma capite bene che, anche se avesse funzionato, sarebbe una soluzione improponibile, giusto per mantenere almeno un minimo in sicurezza i dispositivi nella mia LAN…

La cosa positiva che però ne è comunque nata, è che ora tutti i miei dispositivi nella LAN hanno accesso alla stampante (e non solo il mio PC portatile), in quanto il server CUPS che la condivide ha creato una share di rete visibile persino da Windows e dalle altre mie macchine virtuali… e la cosa migliore è che CUPS rende disponibile la stampante in modo che funzioni con un driver generico, permettendomi di usare una stampante molto vecchia anche in quei sistemi Windows che ne hanno rimosso il supporto ufficiale!!! 😀

Altro effetto collaterale positivo, mi sono fatto una cultura più approfondita su Nginx e sui reverse proxy… e come sempre “impara l’arte e mettila da parte” 🙂

Tuttavia, non ho ancora abbandonato l’idea della stampante accessibile da Internet… vediamo dove mi spinge la fantasia creativa da sistemista!!!

Vediamo se una Raspberry Pi mi Salverà…

Una soluzione mi sta già balenando in mente… perché temo che l’inaccessibilità della stampante attraverso Internet possa dipendere dal fatto che sia condivisa attraverso due print server in cascata…

L’idea da esplorare sarebbe quella di eliminare il print server fisico (obsoleto) e la macchina virtuale che esegue CUPS, e sostituirli con un’unico dispositivo autocostruito che svolga la funzione di print server usando direttamente e solo il comunque ottimo CUPS. In particolare, vorrei usare una piccola Raspberry Pi Zero W accoppiata con uno o più HAT che mi permettano di dotarla di una porta ethernet e almeno un paio di porte USB.

E già so che mi toccherà di nuovo mettere mano al saldatore a gas… :p

Morale della favola “non tutto il male viene per nuocere!!!” Naaah, meglio “trova sempre il positivo ovunque, può sempre essere una piacevole sorpresa”

Il Re della Stampa in Cloud è Morto… Viva il Re della Stampa Open Source!!! :p – Parte II

Proviamo a Configurare un Server di Stampa CUPS per la Rete Locale…

In the first part of this tech story, I told about the dead of Google Cloud Print and my idea to replace it using CUPS through the Internet… now we will see how I tryed to reach this result…

En la primera parte de esta historia tecnológica, hablé sobre la muerte de Google Cloud Print y mi idea de reemplazarlo usando CUPS a través de Internet… ahora veremos cómo intenté llegar a este resultado…

All’inizio di luglio avevo iniziato ad introdurre un mio progettino tecnologico per l’estate: sostituire Google Cloud Print con una soluzione home made basata su CUPS, il sistema di stampa di Linux (leggere qui).

Purtroppo, però, durante l’estate il dover adeguare la mia rete di casa per la fibra ottica mi ha allontanato da questo progetto. Ma ora l’ho ripreso in mano, in attesa che TIM si degni di attivarmi la connettività FTTC…

Così mi sono messo di buon sbuzzo a cercare una soluzione elegante e flesdibile per esporre la mia stampante su Internet, in modo da trasformarla in una stampante in cloud.

Creiamo una Virtual Machine leggera

Il primo passo è stato quello di creare una macchina virtuale sul all’interno del piccolo server che ospita in NAS di casa: gli strumenti messi a disposizione da TrueNAS sono veramente efficaci e semplici da utilizzare.

La macchina virtuale in questione non necessita di eccessive risorse… le basta una CPU Dual Core, 1GB di RAM, uno storage da 16GB e una scheda di rete con bridge (in modo da essere direttamente integrata nella mia LAN domestica, e quindi con un indirizzo IP raggiungibile da tutti gli altri dispositivi nella stessa LAN).

Per amore di leggerezza, il sistema operativo che ho caricato nella macchina virtuale è una distribuzione Linux estremamente leggera: DietPi.
Questa “distro” è stata concepita per il single board computer più famoso al mondo, il Raspberry Pi, ma ne esistono tante altre incarnazioni che ben si adattano ad una vasta varietà di dispositivi.

Installiamo e Configuriamo CUPS

Una volta pronta la macchina virtuale, alla quale deve essere assegnato un indirizzo IP statico nella LAN (di solito lo faccio impostando una reservation nel server DHCP), si deve pasare ad installare tutti i pacchetti software necessari: CUPS, il tool HPLIP e i driver per stampanti HP (hpcups, hpijs e gutenprint nel mio caso).
Per raggiungere lo scopo, con DietPi (e tutte le distribuzione basate su Debian), si utilizza il comando apt usando un utente con i privilegi amministrativi oppure l’utente root (trattandosi di un server non vi è interfaccia grafica):

Bene! Ora bisogna solo configurare il server di stampa e aggiungere la propria stampante… Nulla di più facile!!!
Basta aprire il proprio web browser preferito e collegarsi all’indirizzo IP della macchina virtuale, specificando la porta 631 al termine dell’indirizzo:

Da qui, facendo click sulla scheda Administration, si dovranno impostare le opzioni per la condivisione delle stampanti (anche attraverso Internet se vogliamo stampare sulla nostra stampante anche quando siamo lontani da casa) e confermare le modifiche con il pulsante “Change Settings“:

Infine, sempre dalla scheda Administration, bisognerà aggiungere la stampante (o le stampanti), seguendo la procedura guidata, e ricordandosi al termine di renderle stampanti condivise:

Nel mio caso specifico, poi, ho aggiunto a CUPS la stampante che già avevo condivisa nella mia LAN, in quanto già collegata ad un server di stampa, che però, ricordo, è privo di funzioni cloud; tuttavia, la procedura è la medesima se si vuole collegare alla macchina virtuale una qualsiasi stampante USB non dotata di funzioni smart (bisogna solo fare in modo che la stampante USB sia collegata fisicamente al server della macchina virtuale e che sia resa accessibile a quest’ultima tramite l’hypervisor da voi utilizzato).

Ecco! Il gioco è fatto, per lo meno per la condivisione della stampante nella propria LAN… Ma ricordiamoci che lo scopo del gioco è rendere la stampante condivisa attraverso Internet!!!

Configuriamo un Reverse Proxy con Nginx per l’Accesso da Remoto

La soluzione definitiva per raggiungere la stampante attraverso Internet si ottiene grazie all’ottimo web server Nginx, configurato in modalità reverse proxy (ovviamente sempre dopo averlo installato con il comando apt :p ).

Non vi voglio però tediare oltre con una serie infinita di technicalities troppo specifiche per il mio caso… però sappiate che ora ho accesso alla stampante da ogni parte del mondo (a patto che sia accesa, e che si conoscano le credenziali di accesso :p )… non resta che provare se tutto funziona al momento di stampare… ma ve ne parlerò in un altro breve post dopo aver fatto i test!!!

Speriamo di aver fatto anche stavolta un buon lavoro 🙂

Unboxing del Fritz!BOX 7590

It’s one of the mainstream trends on all social networks and technology web sites… people who film themselves while opening the packages of their purchases… so, why I cannot do it too? :p

Es una de las tendencias dominantes en todas las redes sociales y sitios web de tecnología … personas que se graban mientras abren los paquetes de sus compras … entonces, ¿por qué no puedo hacerlo yo también? :p

Ebbene, sì! Finalmente il nuovo router è arrivato! E così, in attesa dei tempi biblici di TIM per la conversione della mia linea telefonica in una linea fibra… ho deciso di collegare il router alla mia attuale ADSL, per iniziare almeno a testarne in parte la corretta funzionalità.
Solo che, mentre adocchiavo la scatola ancora chiusa, un’idea mi è balenata in mente… eh sì, perché dovunque nel web oramai si trovano dei video più o meno amatoriali in cui le persone si riprendono mentre aprono le scatole dei loro nuovi acquisti… è il cosiddetto unboxing!… Allora ho pensato “E se lo facessi pure io un piccolo unboxing? Ma sì, dai!…”, e così ci ho provato.

In questo modo, oltre a provare l’ebbrezza di un unboxing tutto mio, ho provato a montare un video, ovviamente tutto con strumenti gratuiti, meglio se open source (proprio come piace a me! 🙂 ).

Dapprima ho provato a realizzare un video rudimentale. Sono riuscito, in qualche modo, a fare un unico video, senza parlare. In questo modo, usando il software Audacity, mi è stato possibile registrare una traccia audio in un secondo momento, in modo da evitare un discorso troppo grezzo e pieno di errori. Il tutto, è stato poi montato usando OpenShot, con anche un apposito sottofondo sonoro (ovviamente un file audio liberamente utilizzabile, scaricato da Free Music Archive). Infine, la “copertina” iniziale è stata realizzata con LibreOffice Impress (il “cugino” open source di Microsoft PowerPoint), e poi rifinita con l’ottimo GIMP (l’alternativa open source al più blasonato Adobe PhotoShop).

Il risultato è visibile nel seguente video, piuttosto grezzo e acerbo (ma l’ho fatto di corsa e con strumenti non proprio adatti… però la voglia di provare il “nuovo giocattolo” era troppa! 🙂 ), che ho anche caricato sul mio canale YouTube:

And now, let’s wait for the optical fiber connection…

Iniziamo a Preparare il Router (Che Non C’è :p )

Raffreddiamo i bollenti router…
:p :p :p

Waiting for my new router, let’s start preparing a 3D print based cooling solution to help the router to work better for at least the next decade 🙂

Esperando mi nuevo enrutador, comencemos a preparar una solución de enfriamiento basada en impresión 3D para ayudar al enrutador a funcionar mejor durante al menos la próxima década 🙂

Bene! Il router AVM Fritz!BOX 7590 è stato ordinato! 🙂 L’operazione “adeguamento della LAN” è ufficialmente iniziata!!!

Tuttavia, pur essendo già convinto che la mia scelta sia ricaduta su un router di qualità, ho fatto un po’ di ricerche in Internet (è sempre buona cosa spulciare recensioni e forum alla ricerca di esperienze più o meno negative da parte degli altri utenti) e ho scoperto che il Fritz!BOX 7590 soffre di qualche leggero problema di surriscaldamento… del resto, già il mio attuale router D-Link scalda molto di più di quanto scaldava il mio vecchissimo e italianissimo router ADSL di AtlantisLand che si bruciò nel giugno del 2018. Ma è anche normale, dovendo gestire connessioni di classe gigabit ethernet e wi-fi a 2.4GHz e a 5Ghz (che non ha nulla a che vedere con la connettività cellulare 5G).

Visto che da quanto ho capito il nuovo router, seppure dotato di una sufficiente ventilazione, ha una certa tendenza al surriscaldamento, e considerando che dovrò collocarlo in un armadio scarsamente ventilato e pieno zeppo di altri dispositivi che scaldano anch’essi, mi sono messo a cercare in Internet qualche soluzione per migliorarne l’areazione.

Alla fine, a parte qualche soluzione un po’ troppo barocca e a dir poco poco utile ed efficace, sono giunto alla conclusione che anche questa volta, come per il progetto del NAS dell’anno scorso, dovevo ricorrere alla stampa 3D!!! Così mi sono messo alla ricerca di soluzioni su Thingiverse e dopo un po’ di ricerche sono riuscito a selezionare due soluzioni che mi permetteranno di raffreddare attivamente il router e al tempo stesso fargli occupare meno spazio (mettendolo in posizione verticale). Per la stampa 3D, mi sono affidato, come sempre, all’ottimo supporto di Alfredo Brotto, titolare della 3D-RAM.

Supporti a “Portauovo”

Innanzi tutto, la mensola su cui si appoggerà il router potrebbe ospitarlo orizzontalmente solo se nella sua parte posteriore non fosse collegato cavo alcuno, compreso quello di alimentazione… ma questa è un’ipotesi assurda! :p

Perciò, il primo obiettivo della caccia al modello 3D era di trovare dei piedini per il montaggio in verticale. Dopo qualche ricerca infruttuosa, con soluzioni un po’ fragili e barocche, sono approdato al modello FRITZ!Box 7590 stand, reso disponibile gratuitamente dall’utente ikletti.

Devo dire che, poi, vedendo il risultato della stampa 3D sono rimasto sbalordito! È stata realizzata in PLA bianco, con riempimento al 100% (con motivo a triangoli), 6 strati ad alta precisione per ciascuna delle superfici esterne e una percentuale del 30% di sovrapposizione tra pareti esterne e riempimento.

Il risultato della stampa dei due stand per posizionare il router AVM Fritz!BOX 7590

Telaietto per la Ventola

Allo stesso modo, dopo qualche ricerca sempre su Thingiverse, ho trovato un modello molto interessante per realizzare un sistema attivo di ventilazione forzata per il router:il modello FritzBox cooler – 7590 – Fritz Box Kühler, pubblicato gratuitamente da HansHeld.

La stampa è stata realizzata con gli stessi parametri dei supporti “a portauovo” descritto nel capitolo precedente, solo usando del PLA nero. Poi, è bastato ordinare su Amazon una piccola ventola per computer 80x80x10mm (A x L x P) a 12V (a soli due fili, rosso e nero, e quindi senza regolazione della velocità), ed assemblare il tutto con quattro bulloncini a vite (tuttavia, la ventola sarebbe rimasta scoperta proprio dal lato privo di protezioni… ma ne parleremo dopo.

Il vero problema, come evidenziato e risolto dallo stesso HandHeld, è che la ventolina sarebbe stata molto rumorosa se fosse stata alimentata fornendole i 12V richiesti dalle sue specifiche operative. La soluzione è di alimentarla con soli 5V, provenienti da una delle porte USB presenti sul router. In questo modo, la ventola girerà molto più piano, e di conseguenza non emetterà rumore alcuno, ma sposterà comunque una quantità di aria sufficiente per un buon raffreddamento generale dei circuiti del router.

Solo che la ventolina che ho ordinato su Amazon, dovendo essere utilizzata in un computer, viene fornita con un connettore MOLEX a due pin… E allora… Art attack moment!!! :p Sfodero forbici, stagnatore a gas (il mio fido Dremel Versatip 2000 Mini), stagno, guaina termorestringente, accendino e un cavo USB reciso da un vecchio mouse rotto… e si crea una soluzione elegante e non a rischio cortocircuito per alimentare la ventolina! 😀

Saldare a stagno non è facile, soprattutto con cavetti sottilissimi come quelli dei cavetti USB dei mouse, che potrebbero bruciarsi se la punta dello stagnatore risulta essere eccessivamente calda (il “piccolo” saldatore a stagno Dremel raggiunge temperature fino a 1200°C, che per fortuna calano fino ad un massimo di 550°C alla punta!).

La cosa veramente importante però è collegare bene le polarità dei due tronconi di cavetto, e senza sbagliare i conduttori. Questo è da tenere sempre presente perché, se la ventola ha solo i cavetti rosso (+) e nero (-), il cavetto USB ha anche i conduttori per il trasporto dei dati: rosso (+ alimentazione), nero (- alimentazione), verde (+ dati) e bianco (- dati); per ottenere solo un cavo adattatore per l’alimentazione bisogna collegare tra loro solo i cavetti rosso e nero di entrambi i tronconi di cavo, tagliando i restanti due del cavetto USB in modo che non possano essere più utilizzati.

Lo schema elettrico di un cavo USB 1.0/2.0

Il tutto, poi, deve essere isolato per bene, usando opportunamente diversi strati di guaina termorestringente: uno per il cavetto rosso, uno per il cavetto nero, due o tre per costruire una specie di guaina attorno alle due guainette principali. Ed il gioco è fatto! 🙂

Il Copriventola “Home Made”

L’ultimo aspetto da affrontare era il fatto che, come già detto, il lato della ventola privo di protezioni, quello che mostra la testa dell’elica, ponendo il router in verticale sarebbe rimasto esposto sul retro, con il rischio che per disattenzione qualcuno inserisse le dita proprio a contatto con le alette della ventola… va bene che, con l’alimentazione a 5V la ventola gira piano, ma meglio non rischiare.

E dunque, calibro alla mano per prendere le misure, mi sono dedicato a creare il terzo e ultimo componente da stampare in 3D: il copriventola! 😀

Stavolta, però, il modello 3D l’ho creato io ex novo, usando il comodissimo e semplicissimo Tinkercad (di AutoDesk, la stessa software house che produce il blasonato AutoCAD).

Tinkercad è un ottimo alleato per la modellazione 3D punta-e-clicca (cioè, se non sai usare AutoCAD, Rhinoceros & Co.)

Dopo un paio di prove di stampa, però, l’esperienza di Alfredo ha avuto la meglio e me lo ha reso un po’ più spesso, perché il mio modello era troppo fine, senza resistenza meccanica… e devo dire che l’esperienza aveva più che ragione! 😀 Aggiungi poi che per la fretta ho sbagliato le tolleranze dei fori di fissaggio… beh… Art attack moment 2, la Vendetta!!! Sfodero cutter, limette piatte, triangolari e a coda di topo, e via con lo sgrossamento, la rifinitura e la svasatura… dopo mezz’oretta la griglia montava alla perfezione, coprendo il lato esposto della ventolina! 🙂

A questo punto, non ci resta che attendere il corriere con il router, per iniziare la configurazione di base… stay tuned! 🙂

Tons of Cartoons

E capita che, parlando con mio padre, salti fuori nel discorso una citazione da un film che, quando ero bambino, adoravamo vedere assieme… una citazione divertente dal film animato “Robin Hood” della Disney! 😀

Un vecchio film o, meglio, un lungometraggio animato (cartone animato, per dirla come quando si era bambini) pieno zeppo di animali antropomorfi, canzoncine rasserenanti, frecciatine agli adulti, e chi più ne ha più ne metta, che trasponeva un grande romanzo (penso si ispiri principalmente alla versione della storia scritta da Alexandre Dumas padre) in una allegra storia per bambini (ma non come i “cartoni animati” attuali che sono privi di qualsiasi morale o insegnamento finale, si intenda…).

Così sgorga in me il desiderio di tornare un po’ a quella serenità di bambino, e… parto alla carica! Recupero tutti i classici Disney di quando ero un ragazzino e parte la maratona/scorpacciata Disney:

  • Robin Hood
  • La Carica dei 101
  • Gli Aristogatti
  • Lilli e il Vagabondo

E adesso sono alla ricerca di tutti gli altri film mancanti! 🙂

Enjoy happyness! 🙂

Ripensando la LAN di Casa…

The time has come for me too to switch from ADSL to fiber optics (and abandon the ISDN line). But this change requires me to rethink a part of my network setup… and as usual I seize the opportunity to implement a drastic improvement!!!

Ha llegado el momento de que yo también cambie de ADSL a fibra óptica (y abandone la línea ISDN). Pero este cambio requiere que reconsidere una parte de la configuración de mi red… y como de costumbre, aprovecho la oportunidad para implementar una mejora drástica!!!

Eh sì, ragazzi! L’esigenza di svolgere l’attività didattica a distanza (a causa della pandemia da COVID-19) e il quasi contemporaneo arrivo in casa di due SmartTV LG hanno iniziato a mettere seriamente in crisi le capacità della mia piccola linea ADSL (una stabilissima linea TIM ADSL solo dati a 7mbps, di cui parlerò più avanti). La conclusione del mio progetto di NAS casalingo (per i dettagli del progetto leggere qui e qui, anche se non ho più avuto tempo di scrivere la parte relativa all’installazione di TrueNAS), poi, ha proprio dato il colpo di grazia alla mia connessione ADSL, che ora stenta a servire tutti i dispositivi della mia LAN di casa…

Il Setting Attuale

Diamo ora una breve occhiata al sistema di rete che fornisce connettività telefonica e Internet alla mia casa, in modo da capire meglio come poi evolverà e come sono arrivato negli anni ad ottenere comunque a risultati soddisfacenti (finora…).

I Servizi di Connettività

Innanzi tutto, andiamo ad affrontare la “conformazione” delle linee telefoniche che ad oggi forniscono alla mia casa la connettività.

Sì, perché, per un “retaggio storico”, la mia casa è servita da due linee telefoniche distinte: una linea ISDN accoppiata ad una linea ADSL solo dati. “Come mai questa complicazione?” vi chiederete voi… Semplice! Perché nei primi anni 2000 la connettività ADSL ancora non era diffusa, e si usavano per la maggior parte connessioni dial-up.

Siccome ai miei tempi dell’università i miei nonni erano ancora tra noi ma, essendo anziani, era necessario che a casa avessimo sempre la linea telefonica libera. “Come sarebbe a dire?” chiederete voi… eh, sì! Era proprio così, perché le connessioni dial-up, di fatto, al momento della connessione avviavano una vera e propria telefonata…
La tecnologia che allora permetteva di superare questa limitazione era la connessione ISDN, che permetteva di avere due linee telefoniche con un solo numero di telefono (e non solo, permetteva di stabilire una connessione ad Internet accorpando le due linee per navigare a 128kpbs, il doppio di una connessione singola, seppur al doppio del costo… sì, perché la connessione ad Internet si pagava a tempo, al costo di una telefonata urbana). Inoltre, rispetto alle connessioni dial-up analogiche, le connessioni ISDN, essendo digitale, è molto più stabile.

La tecnologia ISDN e la telefonia digitale

Tuttavia, con l’inizio della laurea specialistica, mi sono trovato ad avere maggiori esigenze di connettività, che mi portarono ad attivare una linea ADSL (allora aveva una velocità di 640kbps, ma negli anni è stata adeguata agli standard di mercato, prima a 2mbps e poi a 7mbps). Solo che, data la presenza della preesistente linea ISDN, per gli standard adottati in Italia per la connessione ADSL si è resa necessaria l’attivazione di una linea telefonica parallela a quella ISDN, specificamente dedicata alla trasmissione dei dati per Internet con connessione ADSL. E finora si è sempre mostrata adeguata ai miei utilizzi casalinghi, nonostante i primi accenni di sovraccarico dati la mini impianto semi-domotico di cui ho corredato la casa durante la ristrutturazione.

La LAN di Casa

Approfittando della ristrutturazione della casa, ho progettato una piccola LAN un po’ più strutturata rispetto ad una semplice LAN casalinga. Ho cercato di strutturare i cablaggi in modo da raggiungere tutte le stanze della casa dove mi era necessaria la connettività (non amo molto la connettività wi-fi per le cose che richiedono un minimo di sicurezza). Così sono partito a progettare una rete a stella doppia. La stella principale, gestita da uno switch managed di livello 3 (mi sono fatto prendere un po’ la mano, mi sa… :p ) per servire le stanze principali (salotto e studio) e gli apparati principali (il DNS server Pi-hole, il router e la centralina dei telefoni VoIP). Lo studio avrebbe dovuto ospitare la stella secondaria (gestita da un altro switch managed di livello 3… eh si mi sono proprio fatto prendere la mano! :p ), ma alla fine, avendo due scrivanie, le stelle sono diventate due (una per i computer e un’altra in cascata per la stampante di rete). Poi mi sono messo dietro a progettare l’impianto di videosorveglianza IP e questo ha richiesto l’installazione di altri due switch in cascata, ma questa volta sono dei dispositivi passivi con capacità PoE (ne avevo parlato i questo articolo).

Le Smart TV e il Media Server

La durante il primo lockdown per la pandemia da COVID-19 ho poi prodotto un piccolo setting di distribuzione dei contenuti multimediali tramite la rete di casa (vedere questo articolo e il suo seguito). Inoltre era già partito, e ha finito anche per concludersi con il 2020, il progetto del NAS da 12TB per archiviare in modo sicuro i miei dati e i contenuti multimediali. Questo ha indotto un processo che ha portato me e i miei genitori a guardare all’acquisto di due SmartTV (peraltro due LG con il sistema WebOS derivato dal mio “adorato” Linux 🙂 ).

L’integrazione di questi dispositivi smart nella mia LAN è avvenuta in prima battuta attraverso la connettività wi-fi. Di certo questo tipo di connessione è molto pratico, ma il mio router D-Link non la gestisce al meglio (anzi, a dispetto delle sue caratteristiche, è un router davvero pessimo, ma il suo lavoro per ora lo fa…). Solo che, a quanto pare, anche queste TV gestiscono in modo non efficiente la connessione wi-fi, andando a generare degli errori di memoria esaurita anche da parte dell’App per la visualizzazione dei canali TV in standard DVB-T2… Mannaggia!!!
Solo che le due televisioni (e presto ne arriverà una terza…) sono tutte posizionate in zone della casa che non avevo previsto di coprire con i cavi ethernet sottotraccia dallo switch principale… Mannaggia!!! Mannaggia!!! (cit. Nonno Peppino)

L’Adeguamento Futuro

Ora mi sto mangiando le mani per non essere stato più previdente! Anche perché non si può più effettuare la posa di nuovi tubi corrugati per altre connessioni di rete (dovrei sventrare di nuovo molti muri di casa, e metterei a rischio la vita, dato che mia madre mi inseguirebbe con la scopa per ogni dove… :p ).

Inoltre, con la didattica a distanza (e mesi interi di litigatone con i tecnici TIM che non riescono a portare la velocità dell’ADSL ai 20mbps che sono lo standard attuale delle loro offerte…), mi sono finalmente convinto a passare alla connessione ad Internet in fibra ottica… e questo richiede la sostituzione anche del mio attuale router (e menomale perché stavolta ho in programma di prenderne uno che è praticamente il non plus ultra per gli ambienti domestici e per i piccoli uffici).

La Soluzione Vien Pensando

Pensa e ripensa… sono giunto ad una soluzione (un po’ costosa ma che mi dovrebbe mettere al riparo da futuri upgrade per almeno un decennio!…), e ora proverò a descrivervela.

Il Cuore di Tutto: il Router

Innanzi tutto, si partirà sostituendo il mio “vecchio” router D-Link e il modem ADSL, che avevo preso separati perché il router prometteva di supportare le funzionalità di load balancing e failover tra ADSL e una connessione 4G tramite un secondo modem USB .

Ovviamente avrete già intuito che questa caratteristica funzionava solo nella descrizione del router D-Link, che non è però in grado di fornirla davvero… avrei dovuto comprare un load balancer esterno come quelli della TP-Link. Ho anche provato a costruirmi io un router load balancer usando una Raspberry Pi 3B+ e OpenWRT (una distribuzione Linux appositamente concepita per gestire i router), ma nonostante funzionasse correttamente è subentrato un problema dovuto al doppio NAT che Iliad applica alle sue connessioni 4G… e quindi ho desistito 😦

Ma ora che si tratta di attivare una connessione in fibra ottica, è necessario passare a qualcosa di serio… ma serio serio! 😀 E così ho rispolverato uno dei miei desideri più rencoditi da giovane informatico… :p E la scelta è caduta su un AVM Fritz!BOX 7590, un modem/router evoluto (di produzione tedesca!!!) in grado di gestire un sacco di funzionalità, tra cui collegamenti VoIP multipli, connessione a banda ultralarga, telefonia cordless DECT e fissa, reti wi-fi mesh… insomma, un discreto mostriciattolo che mi permetterà di semplificare la sezione dei dispositivi di collegamento Internet/telefonia, andando anche a ridurre il consumo di elettricità dell’intero impianto di rete (si passerebbe da tre dispositivi obsoleti sempre accesi a solo un dispositivo sempre acceso, ma con caratteristiche di risparmio energetico evolute).

Gigabit PowerLine

Tutto bello, per carità, ma non mi risolve ancora il problema di coprire con la rete ethernet cablata le due SmartTV e la futura terza di esse (che, come dicevo, sono tutte in zone non coperte dalla rete cablata sottotraccia).

E quindi… pensa, che ti ripenso… idea!!! 😀 Si può sfruttare la tecnologia Powerline. L’idea alla base dei collegamenti Powerline è formalizzata in uno standard (HomePlug) che permette di sfruttare la normale rete elettrica a 220V delle abitazioni per trasferire i dati come se si stesse usando un cavo ethernet, e garantendo a tempo stesso la sicurezza e la riservatezza dei dati trasmessi.

Un semplice esempio di utilizzo della tecnologia Powerline

Se ai suoi albori questa tecnologia non era poi molto prestazionale, con la sua evoluzione si è riusciti a giungere a collegamenti molto stabili e con pochissimi watt di consumo, e peraltro a 100mbps (come lo standard fast ethernet!). Ma l’evoluzione tecnologica non si ferma, lo sapete… e siamo arrivati ad oggi, con nuove evoluzioni degli standard Powerline, che permettono di raggiungere e superare la velocità di trasmissione di 1gbps (il minimo per una rete LAN di classe gigabit ethernet). Questo è possibile sfruttando anche il cavo giallo-verde della messa a terra, per implementare lo standard MIMO.

La tecnologia MIMO che permette di avere collegamenti Powerline di classe gigabit

E così, per mantenere la massima compatibilità, ho scelto di acquistare (almeno) 3 adattatori AVM FRITZ!Powerline 1220E. Uno da collegare alla presa elettrica del router e gli altri due in corrispondenza delle due SmartTV; quando arriverà la terza SmartTV valuterò in base al suo utilizzo se lasciarla collegata con la rete wi-fi oppure se implementare anche per lei un collegamento Powerline…

Beh, che dire… è arrivata l’ora di metter mano al portafogli e iniziare ad ordinare su Amazon un po’ di questi “giocattoli”, sperando di arrivare ad averli configurati come si deve per quando arriverà il tecnico TIM per la fibra!… :p

Il Profumo della Frutta Matura

A fleeting scent of seasonal fruit brings me back to my childhood memories, up to a breakfast in the Apulian countryside

Un fugaz aroma a fruta de temporada me recuerda los recuerdos de mi infancia, hasta un desayuno en la campiña de Apulia.

Come sempre, sempre per caso, una piccola cosa ha attratto la mia attenzione e scatenato tanti ricordi!
Di che parlo? Parlo del profumo della frutta matura! 🙂 Già, proprio lei!

Ieri sera, entrando in fretta e furia in cucina, ho colto un’essenza fugace come un battito d’ali di farfalla. Un’essenza dolce, morbida e con un profumo davvero invitante… e così mi sono fermato… e guardandomi intorno, dopo un attimo di smarrimento, ho identificato nel cesto di prugne verdi la fonte di tale profumo!

Solo che a quel punto, la mia memoria si è svegliata e mi ha riportato alle vacanze estive di quando ero bambino, giù al mio paesello in Puglia (a Turi), quando con gli amici di mio padre si andava a prendere secchi e secchi di frutta nei loro terreni.

In particolare mi sono ricordato di quando, una mattina di luglio, alle ore 6 ci siamo svegliati per andare in campagna il il caro Pezz e’ Pezz (il soprannome di un amico di mio padre) per andare a raccogliere i fioroni ( o meglio i c’lomm)…
Ne raccogliemmo tre secchi abbondanti, tutti maturi e dolcissimi… come lo so? Perché quando finimmo i secchi, gli altri divennero la nostra colazione! 🙂 Una colazione alle 8 di mattina, in aperta campagna, seduti sul muretto a secco che delimitava il terreno (e da cui spuntava la pianta di fico).

Beh… voi non ci crederete, ma negli ultimi anni queste cose succedono sempre meno, e mi stupisco di quanto stia diventando arida la gente. Una colazione pazza con gli amici, nata per caso e fatta di cose semplici è capace di suscitare emozioni che difficilmente si dimenticano!
Spero possiate provare anche voi sensazioni così, non appena si potrà… saranno un tesoro che non vorrete mai perdere!

Let the peace of the nature to hug your soul, it’s a kind of magic!

Il Re della Stampa in Cloud è Morto… Viva il Re della Stampa Open Source!!! :p

Proviamo a Configurare un Server di Stampa CUPS per la Rete Locale…

At the end of 2020 the Google Cloud Print service reach its end-of-life. It was a good and free cloud print service that allowed people to reach home and office printers through the Internet, even if those printing devices doesn’t support network printing directly. Now I need to print documents from my smartphones, but without Google Cloud Print I cannot anymore… or may be i will do it but using non-free services… The third way is to build myself a customized, open source cloud-ready print server using CUPS…

A finales de 2020, el servicio Google Cloud Print llegará al final de su vida útil. Era un servicio de impresión en la nube bueno y gratuito que permitía a las personas acceder a las impresoras del hogar y la oficina a través de Internet, incluso si esos dispositivos de impresión no admiten la impresión en red directamente. Ahora necesito imprimir documentos desde mis teléfonos inteligentes, pero sin Google Cloud Print ya no puedo… o puede que lo haga, pero usando servicios no gratuitos… La tercera forma es construirme una nube de código abierto personalizada servidor de impresión listo con CUPS…

Non riesco davvero a capire come spesso i “big della rete” possano essere così ciechi da chiudere alcuni dei loro servizi gratuiti in grado di fornire servizi realmente utili per gli utenti finali, che, se fossero adeguatamente sponsorizzati, supportati e resi più usabili, potrebbero rendere la vita veramente smart come tanto declamato in slogan pubblicitari sempre più frequenti!

Eh, sì! Perchè non è la prima volta che Google (ma gli altri grandi attori dei servizi cloud non sono da meno, credetemi) taglia le gambe ad uno dei suoi servizi. Solo che quando questo avvenne nel 2019 per Google+ non potei che dar loro ragione!… Dopo anni di sostanziale inutilità, il social network che avrebbe dovuto (almeno nelle intenzioni) scalzare Facebook dalla posizione dominante venne ritirato, e questo direi che fu un vero e proprio sollievo per i molti operatori del settore (e dei miliardi di utenti della piattaforma di Google che si trovavano automaticamente iscritti a questo social network senza volerlo!!!). Similmente anche le chiusure di servizi come Google Wave, Google Health e Google Buzz (giusto per citarne alcuni…) non hanno avuto eccessive ripercussioni sugli utenti, se non salvaguardarne la privacy
Al contrario, quando ho appreso che Google annunciava la chiusura di Google Cloud Print, ci sono rimasto davvero male. Certo!… Forse non era molto usato, ma era veramente comodo un servizio di stampa attraverso la rete Internet che fosse gratuito e flessibile al tempo stesso!… Già la chiusura di Google URL Shortener mi aveva fatto un po’ storcere il naso, ma almeno esistono alternative gratuite e pronte all’uso!!!… Nel caso della stampa remota non è così, e l’unico servizio gratuito alla fine è un po’ complicato da installare per i non addetti ai lavori…

Google Cloud Print

Prima di addentrarci nella nuova avventura che ho deciso di intraprendere, però, è bene spendere due parole sulle particolarità di Google Cloud Print che me lo hanno reso tanto caro da sentirne fortemente la mancanza…

La particolarità di questo servizio non risiede particolarmente nel fatto di permettere a più computer di stampare dalla medesima stampante condivisa in una rete locale! Al contrario!!! Questa opzione già esiste grazie alle moderne stampanti, dotate di interfaccia di rete, sempre più spesso unicamente wi-fi, che anche a livello casalingo permettono l’accesso condiviso alla stessa stampante da parte di più dispositivi (computer, tablet e smartphone), purché collegati tutti allo stesso router.

La particolarità di di Google Cloud Print risiedeva nella estrema flessibilità data dalla possibilità di trasformare una qualsiasi stampante in una stampante condivisa in rete, anche se priva di connettività!!! E non solo, una volta configurate nel servizio, Google Cloud Print rendeva le stampanti raggiungibili anche da remoto, attraverso la rete Internet! Per capirci… usando la connessione 4G dello smartphone era possibile mandare in stampa un documento sulla stampante di casa (o dell’ufficio) mentre si stava viaggiando in treno, ad esempio. E il tutto, senza costi!!!

Il bello, poi, era che si trattava di un servizio che, pur essendo nato per i portatili ChromeBook, tutti i principali tipi di dispositivi ne potevano fare uso.

L’unico limite, ma era impossibile fare altrimenti, era che bisognava sempre lasciare acceso il computer a cui era collegata la stampante, ma solo se la stampante da condividere non disponeva di una connettività di rete autonoma.

Common Unix Printing System (CUPS)

Per fortuna, da buon “linuxaro”, mi sovvengo che la soluzione è già tra le mie mani (da tantissimo tempo!), grazie al software open source noto come Common Unix Printing System (più semplicemente, CUPS), che è il sistema di gestione delle stampe standard per i sistemi UNIX/Linux di tutto il mondo (e, guardacaso, da un po’ di tempo a questa parte anche per Google Chrome OS).

La cosa importante da considerare è che CUPS è un sistema modulare che permette ai sistemi della famiglia UNIX (quindi anche GNU, Linux, la famiglia BSD e MacOS X) di disporre di un sistema unificato e standard per la gestione delle stampanti e delle code di stampa.
La particolarità maggiore, però, è che come moltissimi software per sistemi UNIX adotta un’architettura client/server che gli permette di operare anche in ambienti di rete locale su dispositivi diversi. Non solo! Almeno sulla carta, la condivisione delle stampanti potrebbe avvenire anche attraverso la rete Internet (a patto di esporre il proprio server di stampa, che deve sempre restare acceso, al di fuori del limite imposto dal proprio router).

Cosa Ho Pensato di Fare? 🙂

Beh… la risposta è semplice! 🙂 Proverò a sfruttare il mio “piccolo” NAS (di cui riprenderò a narrarvi più avanti l’evoluzione) e le sue macchine virtuali per impiantare un server di stampa CUPS da impiantare direttamente nella rete di casa mia (finora CUPS come gestore locale delle stampe del mio PC funziona egregiamente, con una stampante condivisa tramite un semplice USB server, ma vi spiegherò meglio più avanti…); successivamente proverò anche ad esporre il server sulla rete Internet, in modo da permettermi di stampare con la mia stampante anche quando non sono a casa! 🙂

L’Hardware di Partenza

La stampante che intendo trasformare in “stampante in cloud” è la mia vecchia, gloriosa e praticamente indistruttibile HP PhotoSmart 7260 (oramai risalente al 2005, presa in occasione della stampa delle tre copie della mia tesina per la laurea triennale…). La acquistai perché oltre ad essere compatta, è uno degli ultimi modelli che può impiegare cartucce di stampa fotografica a 6 inchiostri: oltre ai classici ciano, magenta, giallo e nero, utilizza anche il ciano chiaro e il magenta chiaro per rendere più definite e naturali le sfumature delle tinte delle immagini fotografiche (peccato che poi, per pigrizia, nonostante abbia anche comprato la carta fotografica apposita, sempre di marca HP… in modalità fotografica io abbia stampato solo una decina di foto della mia laurea specialistica… :p )

Già tempo addietro, però, per problemi di compatibilità tra la stampante HP e il mio vecchio PC con Linux (che non gestiva benissimo le stampanti su porta USB), comprai un piccolo server di stampa preconfezionato da installare nella mia rete locale di casa (come al solito, quando compri qualcosa per provare se la fortuna ti arride, non guardi alla presenza di tante funzioni “extra”).
Il dispositivo in questione è un Win-Star Networking USB 2.0 Server (ma già l’errore di inglese nel nome lascia trasparire quanto poco professionale sia questo dispositivo… infatti, basta cercare un minimo con Google per capire che ci sono svariati suoi cloni sul mercato, identici in tutto e per tutto, a meno della marca!!!).

Diciamo che già così, ormai da anni, ho raggiunto lo scopo di stampare da tutti i miei dispositivi di casa! 🙂 Ma ora… è giunto il momento di fare il salto di qualità! 😀

Ma questa sera, l’Italia ha vinto il Campionato Europeo e io mi fermo qui, vado a festeggiare!!!
See you soon… al prossimo capitolo di questa storia! 😀

Ascoli e la Quintana (again…)

Dalle Marche con Passione…

Once the vaccination against the SARS-CoV-2 virus has been completed, the time has come to return to my annual Apulian holidays… but as in 2019 I will make an intermediate stop in Ascoli Piceno, hoping to be able to attend the Quintana events!

Una vez finalizada la vacunación contra el virus SARS-CoV-2, ha llegado el momento de volver a mis vacaciones anuales en Apulia… pero como en 2019 haré una parada intermedia en Ascoli Piceno, esperando poder asistir a la ¡Eventos de Quintana!

Della tradizione della Quintana ne avevo già parlato due anni fa… In un articolo del blog estivo del 2019 🙂
Solo che allora mi ero imbattuto in questa manifestazione per puro caso!… Mentre mi recavo nella mia casetta in Puglia, avevamo fatto una deviazione verso Ascoli Piceno, che i miei genitori non avevano mai visitato prima.

Quest’anno, per fortuna, visto che io e la mia famiglia abbiamo completato il ciclo di vaccinazione che ci dovrebbe portare a superare i rischi della pandemia di COVID-19, tornerò in Puglia dopo due anni (lo scorso anno, per sicurezza, abbiamo preferito non viaggiare); e come due anni fa, abbiamo deciso di frazionare il viaggio di 1000km in due parti, per passare nuovamente due giorni ad Ascoli Piceno. Tuttavia, pur conoscendo la data in cui si svolgerà, non sono ancora sicuro, ad oggi, di riuscire a vedere nuovamente la Quintana di luglio (dipende da quando, una volta terminati gli esami di maturità, decideremo di metterci in auto e partire!…).

Sarebbe davvero bello assistervi, perché anche la Quintana lo scorso anno non si è svolta, per via delle restrizioni per il contrasto della pandemia. Ma quest’anno anche la Quintana riparte, il 10 luglio! 🙂

Ma che cos’è la Quintana? Soprattutto cos’è la Giostra della Quintana di Ascoli Piceno? Scopriamolo assieme!!! E se siete appassionati di rappresentazioni medievali in costumi caratteristici, ve lo assicuro, non ne resterete delusi!

Un po’ di storia

La Giostra della Quintana è una rievocazione storica con giostra equestre, con radici antichissime, che vede coinvolti sei Sestieri di Ascoli Piceno: Piazzarola, Porta Maggiore, Porta Romana, Porta Solestà, Porta Tufilla, Sant’Emidio.

La storia fa risalire le origini della Quintana al medioevo, addirittura nel IX secolo, periodo in cui i territori Piceni furono invasi dai Saraceni. Ma alcuni fanno risalire le sue origini ancora più indietro nel tempo, addirittura al periodo della storia romana; infatti, sembra che il nome derivi dalla parola latina quintus, e all’abitudine dei legionari ad allenarsi con gladio o giavellotto nella strada dell’accampamento destinata al mercato, cioè la via quintana che divideva il quinto e il sesto manipolo.

Scultura ascrivibile al XIII secolo collocata sulla facciata di un edificio di origine medievale nella parte orientale di Corso Mazzini; raffigura un combattimento di due cavalieri che si affrontano con le lance, quasi a testimonianza che già nel 1200 ad Ascoli vi fosse ben radicata una tradizione di giochi equestri

Comunque, già gli Statuti Ascolani del 1377 riportano come fosse abitudine consolidata che i tornei della Quintana si svolgessero a conclusione della giornata di festeggiamenti per Sant’Emidio, e cioè il 5 agosto. In particolare, negli Statuti si può notare come il torneo fosse occasione di festa solenne grazie alla frase “con solempnità de jochi et de balli, alegramente“. Si ritiene comunque che i giochi della Quintana fossero già usanza consolidata nel 1200.

Già in età medievale, i giochi della Quintana si svolgevano in Piazza Arringo. Vi prendevano parte cavalieri appartenenti alla ricca oligarchia della città, affiancati da cavalieri forestieri (che però erano esplicitamente invitati dagli ascolani).
La gara, detta giostra dell’anello, era organizzata in modo che, dopo una gara al galoppo, i cavalieri dovessero tentare di infilzare un anello di argento appeso ad una catenina, che era attaccata ad un palo posto al centro della piazza e che costituiva il premio per il vincitore.

Accanto alla giostra dell’anello si svolgevano poi altre competizioni, tra le quali si ricordano:

  • la corsa, che prevedeva una corsa a cavallo, con partenza da Porta Romana e con conclusione in Piazza Arringo, il cui premio finale era il drappo di velluto pregiato;
  • la corsa a piedi, destinata ai ceti più modesti, che invece aveva come premi finale per i primi tre arrivati, un maiale, uno scudo ed una spada.

L’antica quintana si svolse ininterrottamente fino al XVI secolo.

La “Moderna” Quintana

La versione rievocativa della quintana prese vita nel 1955 su iniziativa di un gruppo di storici del luogo. Inizialmente, per le prime due edizioni, venne collocata il 5 agosto, come nella tradizione medievale; tuttavia, per le edizioni successive, venne presa la decisione di collocare la manifestazione sempre nella prima domenica del mese di agosto.
Inoltre, una seconda rievocazione si svolge nella seconda domenica di luglio

La giostra cavalleresca si svolge tradizionalmente presso il Campo dei Giochi di “Ponte Majore” il secondo sabato di luglio in edizione notturna e in edizione diurna nella prima domenica di agosto.

La rievocazione che si svolge a luglio è un omaggio alla Madonna della Pace, icona venerata nella chiesa di Sant’Agostino. Il venerdì precedente la gara viene celebrata la cerimonia della benedizione dei cavalli e viene estratto l’ordine di gara. L’edizione di agosto, come da tradizione, si tiene in onore di Sant’Emidio. Il giorno prima, in Piazza Arringo, davanti al sagrato della Cattedrale, il Vescovo della città benedice cavalli e cavalieri mentre i rappresentanti del Comune, dei Sestieri e dei Castelli omaggiano la Chiesa portando in dono un cero votivo. Inoltre, contestualmente, si dà lettura del “Bando di Sfida” della Quintana.

Entrambe le edizioni, poi, sono accompagnate dalla sfilata del corteo rievocativo in costume per le vie della città. Il corteo, con il susseguirsi delle edizioni, si è via via accresciuto di nuovi figuranti, portando negli anni a raggiungere il cospicuo numero di oltre 1500 partecipanti.

Il Palio degli Arceri

Dal 1995, dopo un “esperimento” nel 1992, è stato introdotto anche il Palio degli Arceri che si svolge presso il Campo dei Giochi di “Ponte Majore”, e dal 2004 è stata introdotta la competizione a squadre.

Fanno parte della prova il “tiro allo scudo”, il “tiro al bastone”, il “tiro alle tavole” e il “tiro al pendolo”. La particolarità, che io apprezzo davvero molto, è che vengono impiegati tradizionali archi in legno privi di qualsiasi tipo di mirino e contrappeso, che favorisce l’esaltazione dell’abilità dell’arciere!

Il Palio degli Sbandieratori

Menzione a parte merita per me il Palio degli Sbandieratori, che per me risulta particolarmente gradito ed emozionante! Sarà per l’incalzante ritmo dei tamburi… sarà per il volo libero ma finemente controllato delle bandiere… sarà per la commistione di ritmo, volo e colori… ma fin da bambino ho sempre adorato assistere alle parate degli sbandieratori (che una volta venivano sempre per la processione di Sant’Oronzo, il patrono del mio paesello pugliese, Turi!…).

Conclusioni

Beh, ragazzi… giunti a questo punto, non mi resta che concludere dicendovi “ora mi fermo, volutamente lasciando incompleta la mia descrizione”. Voi magari vi starete domandando il perché io non completi con ancora più particolari la mia descrizione della quintana… ma la risposta è semplicissima! Perché vorrei tanto che questo vi incuriosisse al punto da indurvi a visitare (ovviamente in sicurezza) la bellissima città di Ascoli Piceno (piena di arte e di golosità, oltre che di storia), magari proprio durante i giorni della quintana!

Enjoy Ascoli, enjoy the sweet Italy! 🙂

Fonti

  1. https://www.picenotime.it/it/pagine/59F89E34-F658-11E9-BA84-B0A97E8EE179,FD99864A-FBDC-11EA-85A3-B832108FCDFE,E1B5B520-D3FE-11EB-BA48-F4A43655F3F5/ (23/6/2021)
  2. https://it.wikipedia.org/wiki/Quintana_di_Ascoli_Piceno (29/6/2021)
  3. https://www.visitascoli.it/esperienze/la-quintana-di-ascoli-piceno-la-giostra-cavalleresca-e-il-palio/ (1/7/2021)
  4. http://www.quintanadiascoli.it/quintana/palio-sbandieratori/ (1/7/2021)

NOTA: Si ringraziano i vari siti web per le immagini di repertorio

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora